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È autunno, ma pensavo peggio.

Vorrei fotografarti ovunque, per strada di notte mentre cammini sotto la luce arancio dei lampioni, in controluce sulla finestra delle scale, mentre scendi e mentre sali, anche in ascensore, su Corso Genova quando piove, attraverso la vetrina di quel #more bar che ti piace tanto, le mani, i piedi, la faccia, la pancia ogni dettaglio del tuo corpo e come i magneti sul frigo farti a pezzi e poi ricomporti nella mia testa quando non ci sei, montarti e smontarti e combinarti con il sapore del vino, con quel giro sulla ruota panoramica e il mare, ricordare il tuo odore, basilico sugli spaghetti al pomodoro e sapere che ci sarai ogni volta che torno e che io ci sarò per te come non fossi mai partito, ritrovarci, senza troppe parole, a baciarci sulla bocca per assaporare i giorni che passano. È autunno, ma pensavo peggio.

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