Come penso debba essere l’amore tra me e te forse è solo una cosa mia o forse è per tutti così. Penso ad una cosa del tipo che io sono sopra e ti guardo gli occhi blu o bruni o verdi, vedi tu, e non distolgo lo sguardo da lì, mai, cascasse il mondo intorno non distolgo lo sguardo e, a volte, tu serri le palpebre ma poi le riapri subito e io mai, ché è come se dovessi cercare con attenzione il punto esatto per tuffarmici dentro, in mezzo agli scogli appuntiti, quando arriva l’onda ad aumentare l’acqua, per cercare cose affogate nel corpo di donna quando ero bambino e poi, con la punta del cazzo, ti cerco l’anima, ché io lo so, sta lì sotto, e la spingo su per la pancia e poi ancora su, tra i seni e poi in gola per fartela sputare infine dalla bocca, con grande dolore ma anche con grande sollievo e te la porto via, con un morso, come raccontano le storie di demòni e angeli. Poi, succede che tu tremi, ti agiti, singhiozzi e ti rannicchi e stringi forte le gambe e io, riverso sulla schiena, finalmente con gli occhi chiusi e stanchi, mi godo il tuo respiro che è unico, perché succede solo una volta di perdere l’anima. Ora tocca a te. Vienitela a riprendere.
(foto di dhammza)