È un anno esatto che non ci sei più. Te ne sei andata la vigilia di Natale. Il tempo di arrivare su in città per infilare le ultime ore di lavoro, il panettone e il prosecco e gli auguri che tu già non c’eri più. Dovevi aver qualche problema in testa per mollarmi la vigilia di Natale. Dovevo averne io di problemi se mi hai mollato la vigilia di Natale. Dopo ho provato a rimediare in qualche modo ma non c’è stato nulla da fare. Io avevo le mie colpe, le solite di ogni uomo. Scarsa attenzione ai particolari, nessuna voglia di rattoppare le ammaccature della vita, notti passate al freddo e giornate a tirare avanti rimandando sempre a domani tanto c’è tempo e poi quando decidi finalmente che le cose devono cambiare è ormai troppo tardi. Ho provato a rimettere insieme i pezzi, a modo mio, ma la meccanica che ci teneva uniti era roba di altri tempi, di quelle che quando si sfascia non c’è mano che sappia rimediare e i pezzi di ricambio non li fanno più.
Mi hai lasciato la vigilia di Natale ma io non porto rancore. È grazie a te se sono qui. E’ grazie alle lunghe notti passate insieme a darsi schiaffi in faccia e stazioni radio a tutto volume per tenersi svegli, a parlarsi e a dirsi ce la possiamo fare, ancora un po’, non fermiamoci ora. E’ lì che ho iniziato a conoscere i miei limiti e anche i tuoi. Nei pomeriggi d’estate che quella tua pelle bruna rendeva ancora più caldi e non c’era modo che brezza di mare entrasse a dar refrigerio, ho capito che la stagione calda andava bene ma un altro inverno no.
Te ne sei andata la vigilia di Natale. È stato grazie a quella rottura brusca che ho deciso di cambiare le cose. Volevo solo dirti che mi manchi e non ti dimenticherò mai, ovunque tu sia, qualunque cosa tu sia ora, Opel Vectra nera del ’92 TA 426397.
- foto di _kic