I poeti suonano l’armonica che è come sputar parole ad occhi chiusi e sprecano fiato e malinconia e stanno seduti sulle rocce nude mentre sale la luna. I poeti si gonfiano gli stomaci di vino e guardano le tette alle donne e aggiustano gli accordi e le armonie solo per la bellezza di una notte. Vestono di nero, hanno occhiali spessi e barbe folte, scarpe basse e leggere anche d’inverno. I poeti hanno copricapo pesanti che tengono le parole incollate alla testa che facile prendono il volo e mai più tornano. I poeti fumano sigarette, i poeti siedono per terra a gambe incrociate e hanno malattie immaginarie e sorrisi sornioni. I poeti ci vai a cena e loro non sono poeti, ti dissuadono, sono tutt’altro, secondo loro. Sono cassiere di supermarket, sono automobili in coda sulla strada per il mare, sono gente che ti chiede “scusi dov’è il bagno?”. I poeti son tutto tranne poeti.
(dedicato a Guido Catalano)