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La fornarina bella

fornarina

La fornarina, la fornarina bella da cui mi servo tutte le mattine, è vestita di bianco e ha la cuffietta sui capelli. La fornarina bella ha la pelle di porcellana, quella pelle che sembra mai aver visto la luce del sole. Sarà la vicinanza della farina, tutto il giorno, a far diventare bianca e lucente la sua pelle. La mia fornarina, la fornarina bella, è giovane e sotto la cuffia ci ha un colore di capelli che si avvicina all’arancio. L’arancio ci sta parecchio bene con l’incarnato pallido della sua pelle, con il camice, con la cuffietta, con il pane, con la farina e tutto il resto. La fornarina, la fornarina bella, ho notato oggi, ha un piccolo tatuaggio dietro l’orecchio destro, tra il collo e l’attaccatura dei capelli, tra il collo di alabastro e i capelli color arancio. La fornarina, la fornarina bella, ho notato oggi, lo mostra ai clienti, il tatuaggio, quando si gira a prendere le buste per incartar la roba. Oggi lo ha mostrato anche a me, ché si è girata a prendere le buste che le servivan per incartare la roba. E’ una roba tipo una lettera emme, una roba tipo un segno zodiacale, una roba che io non tanto me ne intendo. La fornarina bella è grassa, ma di un grasso che ci sta bene con tutto il resto, con il camice, la pelle di porcellana, la cuffietta, i capelli color arancio, i panini e la focaccia. E’ di quella gradevole grassezza che da una fornarina come minimo te lo aspetti, anzi,  lo pretendi. Lo pretendi anche da una macellaia, per dire, o da una salumiera. Da una farmacista mai, quelle son tutte magre e smunte e tristi e acide. La fornarina bella no, lei è sempre allegra, grassa e gentile. La fornarina bella le voglio bene ché mi tiene da parte il cornetto al cioccolato. Dice che i vecchi, la mattina presto, solo cornetto al cioccolato, altrimenti piangono. E allora lei, il cornetto al cioccolato, lo tien da parte per me. Io le voglio bene alla fornarina bella. Novanta centesimi, novanta centesimi al giorno mi chiede e io in cambio anche il mio bene. Che sembran pochi novanta centesimi, ma tutti i giorni, fate un conto.

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